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Posted - 19/05/2010 : 20:51:05 http://storvandre.blogspot.com/2006/08/la-via-regina.html
giovedì 17 agosto 2006
La Via Regina: dal Lago di Como allo Spluga
Lago di Como - Chiavenna - Passo Spluga - Il percorso
C'è una lunga e antica Via che dalla Pianura Padana, avendo come porta di ingresso la città di Como, risale lungo il Lario fino alla Valtellina, e di qui punta a nord, lungo la val Chiavenna, fino al passo dello Spluga, al confine con la Svizzera, attraversando panorami mutevoli, dalle placide acque del ramo occidentale del lago alle vertiginose vette delle Alpi Lepontine.
Appena superata la città di Como, le Prealpi contornate di nubi iniziano a delineare i margini della valle che accoglie nella sua conca il ramo occidentale del lago. Seguendo la via costiera, si incontra una serie di villaggi addossati alle rive del lago, dove domina il grigio della pietra scura tra gli stretti viottoli lastricati che conducono allo specchio delle acque lacustri, che in questo tratto sono così calme da essere chiamate "Zoca de L'Oli".
Piccoli centri come Colonno, Spurano, Ossuccio, dove è evidente l'antica e umile tradizione della pesca, si affacciano verso la mistica isola Comacina, la cui storia millenaria si perde, ancor prima degli insediamenti d'epoca romana, nella notte dei tempi. Qui venne fondata la mitica roccaforte di Cristopolis, qui si batterono Bizantini e Longobardi per il leggendario tesoro di Francilione, qui trovarono rifugio monarchi senza più un regno, nobili fuggiaschi, santi, vescovi, protetti dall'aura del Santo Graal, che qui si fermò portato da un sacerdote britannico diretto a Roma.
Oltrepassato il promontorio di Lenno, si arriva a Tremezzo e Cadenabbia, dove il panorama, che verso il lago guarda la splendida Bellagio, si riempie di splendidi palazzi, grandhotel e ville ottocentesche. Dopo Menaggio, via di comunicazione verso Porlezza e il vicinissimo braccio del lago di Lugano, lo scenario si fa più campestre, le cime delle montagne più aspre, ed i tetti e le case cominciano ad avere qualcosa di montano, qualcosa che sa di inverni freddi e neve, e vento a spazzare le acque scure del lago.
"Valtelèna ciàra, valtelèna scura / l'è na partita a dama, ****ra el cièl ch'el fa pagùra", recita una bellissima canzone di Davide Bernasconi, in dialetto Tremezzino, e da qui sembra di capire chiaramente, in questa giornata incerta in cui enormi nuvole scure passano veloci tra lampi di cielo azzurro, con quanta rapidità il tempo possa mutare volto da queste parti, e trasformare delle dolci vallate immerse nel sole in tetri anfiteatri di pietra su cui incombono dalle montagne terribili nubi cariche di tempesta.
Sull'altra riva, intanto, si scorge l'Abbazia di Piona, a guardia dell'incredibile porto naturale che si estende al riparo dal promontorio che quasi lo separa dal resto del lago. Giunti alla sommità più a Nord del Lario, la cosiddetta "Punta" del lago, un ponte scavalca la "Bocca" dell'Adda e ci conduce, costeggiando il lago di Mezzola, direttamente verso la Val Chiavenna e lo Spluga. Da Chiavenna si inizia una lunga salita, attraverso tornanti ripidisimi e lunghi tunnel scavati nella roccia sul fianco della montagna, attraverso quella via aperta dagli Austriaci nel 1822 con un'opera di ingegneria stradale che sfiora l'impossibile.
Sperduti e antichissimi paesini di montagna (già nel IV secolo qui si incontravano Clavenna, Tarvesede, Cunus Aureus, Lapidaria e Curia) si susseguono, avvolti in parte dalle nuvole, i tetti in pietra coperti di muschi e licheni, finché anche i larici cedono il posto al tipico panorama dei passi alpini: grandi distese erbose spazzate dal vento e dalle nuvole, solcate da ruscelli che scorrono impetuosi tra le rocce. In questo scenario si arriva fino all'altopiano di Montespluga, dove una piccola diga raccoglie un lago alpino che, tra le nebbie sospinte dal vento, sembra evocare le atmosfere inquietanti e spettrali dei secoli di fatica, di guerra e di sofferenza che hanno portato generazioni e popoli a varcare questi luoghi inospitali per oltrepassare le Alpi: sembra ancora di sentire suonare nella nebbia la campana che, dalla "Ca' della Montagna", attirava i viandanti dispersi durante le tempeste.
Da qui, ancora un ultimo paio di tornanti conduce alla strettissima imboccatura del passo, a 2117 metri di altitudine, dove si incontra il posto di frontiera italiano, e il cippo in pietra che indica il confine con la Svizzera. Poco più in basso, la dogana Svizzera ci accoglie con i tipici accenti tedeschi dei Grigioni, quindi si inizia a scendere lungo una stretta strada immersa in una immensa valle, tra stretti tornanti a gomito, fino a reimmergersi nei larici e intravedere i primi scorci dell'alta valle del Reno. Infine, in fondo alla valle, compare lo stupendo borgo di Splügen, da cui inizia la via di ritorno, che attraverso il tunnel del San Bernardino riconduce verso l'Italia.
Val di Ciavenna. Su per lago di Como di ver Lamagnia è valle di Ciavenna dove la Mera fiume mette in essa lago. Qui si truova montagnj sterili e altissime chon grandi scogli. In queste montagnie li uccielli d'acqua dette maragonj. Qui nasscie abeti larice appinj, dainj stambuche, chamoze e teribili orsi. Non ci si po' montare se none a 4 piedi. Vannoci i villanj a tempi delle nevi chon grande ingiegnj per fare trabochare gli orsi giù per esse ripe. Queste montagnj strette metano i mezo il fiume. Sono a desstra e assinistra per isspatio di miglia 20 tutte a deto modo. Truovasi di miglio i miglio bone osterie. Su per detto fiume si truova chadute di acqua di 400 braccia le quale fanno belvedere. Ecci bon vivere a 4 soldi per ischiotto. Per esso fiume si chonduce assai legniame" (Leonardo da Vinci)
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