T O P I C R E V I E W |
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Posted - 05/01/2014 : 17:27:30 http://www.visit-comolake.com/scriptltolario/scriptlto-lario/chiese/cremia/chiesa-di-san-michele-vignola
Chiesa di San Michele Vignola
Sul ciglio del grande ripiano a mezza costa su cui è sparso l’abitato di Cremia, ad un quarto d’ora di mulattiera, oppure a mezz’ora sulla carrozzabile che si stacca dalla provinciale all’altezza della chiesa di s. Vito, è uno spiazzo su cui sorgeva l’antico convento delle Umiliate con la loro chiesa di s. Michele rimasta poi superstite e divenuta parrocchia del Comune di Cremia dal 1551 in sostituzione di quella di s. Vito.
Tra i documenti, il più antico (1456, in AP. Cremia) nomina solamente la chiesa; successivamente un’iscrizione sull’architrave del portale conserva la data del 1557; la sola visita del vescovo Ninguarda (1593) ricorda che s. Michele « altre volte era di un monastero delle monache dell’ordine degli Umiliati »; nessun altro ricordo del monastero da nessun’altra fonte e nemmeno nella tradizione locale.
Rimangono invece sul posto tracce dell’edificio del convento nella casa parrocchiale, che permettono di immaginarlo come costituito da due corpi di fabbricato bassi ed irregolari che formano con la chiesa quasi un triangolo racchiudente un piccolo cortile forse con qualche portichetto su una vera di pozzo; nell’ala più bassa della costruzione che s’allunga di fianco alla chiesa ed è affacciata al poggio rimangono molte stanzette con finestrelle alte e ferrate; qua e là una porticina cui si accede per qualche gradino è anch’essa parte dell’edificio primitivo. A questo appartiene certamente il largo portale a tutto sesto dell’ingresso in leggera salita, su fondo di roccia viva, che è tuttora l’ingresso della casa parrocchiale; all’esterno di questa porta nel 1561 Jacopo de Manzis, come è indicato dalla iscrizione, fece scolpire a bassorilievo in marmo bianco di Musso una deliziosa vivacissima Madonna col Bimbo, chiusa in elegante cornice di pietra serena a lesene e trabeazioni, sotto cui era uno stemma ora scalpellato.
L’attuale chiesa di s. Michele che, come s’è visto, non è anteriore al sec. XVI, ha una sola navata preceduta da un pronao su due colonne; all’esterno, sul fianco, due stemmi di famiglie locali.
All’interno alcune opere notevoli : sull’altar maggiore domina una grande tela di Paolo Veronese (un arcangelo Michele che atterra Lucifero), in cui il potente contrasto delle due figure alate viene accentuato dal chiarore del cielo e, sullo sfondo, dal bagliore delle fiamme. Il quadro, donato da un Pizzetti oriundo di Cremia e dimorante a Vicenza, e racchiuso nel 1586 in una nobile cornice dorata di Pier Tarra e Giorgio Fontana, fu riprodotto in rame da Luigi Rados e copiato dall’olivetano Francesco Gallarati, quando i Cremiesi rifiutarono di cedere l’originale al conte di Firmian e gli fornirono in suo luogo questa copia. Movendo dal l’altare verso la parete di sinistra è anzitutto sull’altare di s. Antonio abate una grande tela d’ancona rinascimentale di autore non accertato; più verso l’ingresso, sulla parete di sinistra, entro elegante cornice gotica di legno dorato è un grandissimo polittico attribuito al Borgognone, proveniente dalla chiesa di s. Vito: nei sei scomparti disposti su due piani sopra fondo oro sono in alto una Pietà fra due angeli adoranti ed ai lati s. Girolamo e s. Domenico, e in basso una Madonna col Bimbo, pure fra due angeli, ed ai lati s. Sebastiano e s. Rocco.
Passando alla parete di destra, nella seconda cappella, è una buona tela dei fratelli Campi (il Redentore che consegna le chiavi a s. Pietro mentre gli addita le sue pecorelle; intorno Apostoli e discepoli ed alla base un medaglione con le pregevoli figurine dei ss. Sebastiano e Rocco). Incluso nel muro della medesima cappella é poi un elegante tabernacolo marmoreo con qualche antica doratura e bassorilievi donato nel 1504 da Ambrogio Marchetti di Cadreglio: nell’arco una Pietà, sopra la porticina la colomba col mistico pane, ai lati due angeli in adorazione e due colonne coi simboli della Passione.
Il Battistero porta scolpita sul piedestallo in marmo grigio la data (1577), mentre la vasca soprastante è del 1533, offerta dai Cremesi di Genova (v. cap. VI); poichè quest’ultima data è anteriore a quella che si è attribuita alla costruzione della chiesa attuale, si deve supporre o che il fonte battesimale sia appartenuto a chiesa anteriore, oppure, con minore probabilità, che il portale della chiesa sia stato ultimato in epoca seguente alla costruzione di essa.
Anche la pila dell’Acqua Santa sembra si possa attribuire al sec. XVI.
La chiesa possiede due croci processionali, una grande (m. 0,75 X 0,45) donata nel 1575 da Giovanni de Vanoto de Vecedo: essa porta nel diritto il Crocifisso al centro e nei lobi le figure dei quattro Evangelisti, nel rovescio l’Eterno Padre benedicente e nei lobi la Maddalena, l’arcangelo s. Michele ed un santo martire con spada e corazza.
L’altra croce in legno d’ebano (metri 0,60 X 0,37) donata nel 1662 da Giovanni Antonio Tarra, porta lavorati in argento il Crocifisso, i quattro lobi ed un globo di base. Costituiscono il tesoro della chiesa anche un calice d’argento dorato (1605) donato dai Cremiesi di Genova, un altro calice d’argento donato da un V. M. C. Marchetti ed infine tre tavolette per la mensa con l’iscrizione, donate nel 1682 da Giovanni Antonio Tarra.
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